venerdì 13 aprile 2007

Itinerari ENOgastronomici e morte del viaggio

Ennesima iniziativa per promuovere la qualità (aargh...) dei ristoranti tipici. Stavolta nelle Marche (lo so, sono emotivamente coinvolto), stavolta proposta da Confcommercio.

Ora, non so voi, io di 'sto finto (e sovvenzionatissimo) boom del turismo enogastronomico ne ho piene le tasche (e anche qualcos'altro). E sì che li organizzo anche, i viaggi gastronomici. Anzi, forse è proprio per questo che mi irrito ancor di più: perché non c'è un'iniziativa PRIVATA, scevra da fondi, sovvenzioni, pubblicazioni?

Uno dovrebbe fare un itinerario enogastronomico quando i ristoranti offrono un menu tipico a prezzo fisso? Pensateci bene: la morte del viaggio e della cultura popolare nell'omologazione fondoeuropeizzata.

Poi ovvio che mi irrito: questi fondi drogano il mercato, storpiano la concorrenza e intorpidiscono i ristoratori (e gli albergatori, a seconda).

E infine: ma di che qualità andate cianciando, amici ristoratori? La qualità de che? Iniziamo a proporre i menu (almeno!) con gli ingredienti, cosicché gli allergici a lattosio, verdure, fruttosio, glutine, diabetici, ecc. possano (almeno!) capire cosa cavolo mangiare senza fare la parte dei patetici emarginati paranoici (scusi, ma c'è la farina qui? scusi, ma c'è del latte qui?); iniziamo a educare il personale di sala (anche quello preso a giornata, anzi, soprattutto quello) a porsi in maniera (se non altro!) garbata verso le intolleranze varie, e quello di cucina ad utilizzare posate e cucchiai non in maniera promiscua, sennò si vanno a far benedire le contaminazioni.

Dopodiché potremo anche prendere un bicchiere di vino, un sacchetto di tarallucci e parlare di qualità fino a notte fonda.

Augh!

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