giovedì 23 ottobre 2008

Pane senza glutine: localizziamo i produttori su google maps

L'altro giorno Luigi (thanks!) commentava a proposito del pane senza glutine in Italia.

La sostanza era: non esiste un pane decente senza glutine nella grande distribuzione italiana (cioè, al supermercato o in negozi specializzati presenti su tutto il Paese). Esistono tuttavia diversi produttori artigianali, che lo fanno buono, ottimo, mangiabile, ecc.

Un esempio per tutti è Le Ben, a Trastevere, Roma. Ottimi i panini con farina di tapioca (mi pare siano quelli, Luis correggimi se leggi il post).

E gli altri? E quando uno viaggia? E il sito? E la mail?

La proposta dunque è: apriamo un file su google maps, mettiamo la mappa pubblica, chi vuole inserire nuovi recapiti di pane senza glutine si iscrive (mandando una mail a me, ed aprendo un account email su gmail, oppure mandando semplicemente l'indirizzo del produttore e quante più generalità possibili via mail a me).

Dopodiché, sarà possibile visualizzare la mappa su google maps e vedere dove sono i produttori. Utile per chi viaggia, ma anche per chi non sa che nella propria città c'è un bravo panettiere senza glutine.

Naturalmente ognuno è responsabile di quanto indica, per favore siate seri.

E per favore, mettete solo del pane mangiabile, non la plastica (che in quanto derivato del petrolio è naturalmente priva di glutine... :-( )

Farò dei costanti update in questa pagina. Intanto, avviso Letizia.

Ecco la mappa!

UPDATE: Con puntualità e precisione, Letizia Saturni mi spiega che la faccenda del pane artigianale senza glutine è un po' più complessa di quel che pensavo, e che - non è il caso di Le Ben - moltissimi non sono certificati, e teoricamente non potrebbero produrre pane senza glutine perché non perfettamente legale. Quindi non posso mettermi a pubblicizzarli.

Star qui a discutere la legislazione sui prodotti senza glutine mi pare tempo perso, pertanto rivediamo la cosa: le risorse gluten-free sulla mappa diventano solo quelle "permesse", e cioè Le Ben e quanti altri si vogliano far conoscere. Sposteremo la cosa sul versante ristorazione, oppure sul gluten-free all'estero. Debbo pensarci un po' su. Chi avesse idee si faccia sentire.

domenica 19 ottobre 2008

Cioccoshow, a Bologna, da oggi a domenica 23 novembre: sorprese gluten-free

Inizia oggi a Bologna il CioccoShow, la fiera del cioccolato che - personalmente - preferisco all'ormai nestleizzata e standardizzata Eurochocolate, a parte il nome.

Nella splendida cornice di Piazza Maggiore, una delle piazze più belle e vissute d'Italia, ci saranno diversi espositori coi loro prodotti, quasi tutti legati al cioccolato.

Iniziamo a segnalare i cioccolatai gluten-free: anche qui, baraonda legislativa a parte, il cioccolato puro non dovrebbe contenere glutine, ma c'è il rischio di contaminazione; pertanto, nomino solo i produttori che dichiarano l'assenza di glutine dai prodotti e nel processo produttivo (autocertificazione, che è poi del resto quello che fanno le grandi industrie alimentari segnalate da AIC).

Sarebbe più carino se ci fosse una legge seria in materia, forse arriverà nel 2012, ad ogni modo ecco la lista, da aggiornarsi di volta in volta:

- il mitico ed ineguagliabile Pistocchi- chi non l'ha provato s'è perso qualcosa. Celiaci o no, andate ad assaggiarlo. Peraltro, dati gli alti ricarichi nei negozi di mezz'Italia, conviene venire a Bologna a comprare un paio di torte e si è ripagati della spesa. Sul suo sito, con flash spinto, alla voce produzione vedete ben chiaro il riferimento al glutine (mi sembra che il proprietario sia addirittura celiaco);

- la sorbetteria Castiglione, a mio parere la migliore gelateria di Bologna (per qualcosa se la gioca con Grom, del quale preferisco la frutta, ma sul cioccolato non c'è gara); i loro prodotti sono senza glutine, ma conviene specificare bene che siete celiaci all'atto di prendere il gelato (così ve lo tirano via da dietro e non dal banco, ove si possono verificare contaminazioni);

- per inciso: a due metri da Piazza Maggiore, in via D'Azeglio, c'è Grom, gelateria senza glutine strepitosa.

per ora di sicure ho trovato solo queste, se volete darmi una mano potete andare nell'area espositori del sito e vedere se menzionano il senza glutine (oppure scrivere loro e chiederglielo). Sinora ho guardato solo i siti, non ho mandato email, anche perhé stando a Bologna faccio prima ad andar lì e chiedere.

Nota: non spaventatevi di fronte a siti che testimoniano come questi produttori, poco inclini al web, siano stati defraudati dei loro soldi con pagine scarne, che non dicono assolutamente nulla dei prodotti. E come non ci tengano poi tanto a farlo, aggiungo.

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UPDATE: Francy mi segnala che c'è anche il cioccolato Venchi (presente, a quanto sembra, nel Prontuario).

Finora mi incuriosiscono (ma non so come siano messi col glutine) Karrua (carrube e derivati) e Garritano per i fichi secchi (se sono effettivamente essiccati al sole e senza alcun conservante)

Interessante, a prescindere dal discorso glutine, la lavorazione del cioccolato (che potete vedere sul sito della ICAM).

sabato 18 ottobre 2008

Di ritorno da Philadelphia e New York. Prime impressioni

Eccomi tornato dal viaggio di undici giorni nella culla della storia occidentale contemporanea: Philadelphia, sempre snobbata - ma dove si ebbe la prima dichiarazione "Noi, popolo..." - e New York, mai troppo elogiata. Alcune impressioni a caldo, anche se ho idea che verranno giù post su post, perché di cose viste e pensate ce ne sono un mare.

1. Crisi o no, vista così l'America dà l'impressione di avere le carte in regola per rialzarsi. Imprenditorialità, voglia di sacrificarsi e semplicità (mentale, e dunque burocratica) sono una miscela estremamente vantaggiosa. Se tornano a farsi qualche torta di più in casa e a sperperare un po' meno sulle scemenze (e ci sono scemenze per tutti i gusti), dalla crisi ne escono fuori bene.

Nota: non è stato un viaggio esclusivamente turistico, c'è stato anche un po' di business, quindi ciò che affermo lo faccio a ragion veduta.

2. Per il senza glutine la situazione sembrava un po' difficile alla partenza. Nulla di tutto ciò: molti ristoranti informati, altri in grado di soddisfare le esigenze, ma soprattutto prodotti disponibili più o meno ovunque. Addirittura un negozio esclusivamente gluten-free accanto ad uno di quegli stradoni immensi che vanno dal centro alle zone residenziali di periferia, tra Philadelphia (Pennsylvania) e Cherry Hill (New Jersey).

3. As usual, affittato appartamento con cucina: oltre che più economico (anche col cambio favorevole, New York è costosa), si va sempre sul sicuro. Avevamo comunque mappato i ristoranti senza glutine di Manhattan.

4. A conti fatti, per il senza glutine in autonomia, il posto peggiore finora visitato resta l'Italia, in cui uno che non parla italiano deve affidarsi ad un prontuario non immediatamente comprensibile per capire cosa può mangiare e cosa no. Anche negli Usa, che a livello istituzionale non brillano per sensibilità al gluten-free, i supermercati (specie Wholefood e Trader Joe's) sono ben forniti di prodotti, peraltro ben segnalati. E in etichetta, ovviamente, la presenza del glutine è sempre segnalata (o come gluten, o come wheat = farina). Oltretutto, va anche detto che in Usa le lacune istituzionali vengono colmate egregiamente da club e associazioni, che spesso fanno pressione sulle catene di supermercati, ottenendo buoni risultati.

5. Ultima nota: anche negli Usa c'è un pane gluten-free strepitoso. Come caspita è possibile che solo in Italia - a livello di grande distribuzione - non esista? L'unico buono finora assaggiato in Italia è quello di Le Ben, a Roma, per il quale non ci si può avvalere del buono (a meno che, mi sembra, uno non sia del Lazio). Per il resto, il pane senza glutine fa schifo. Senza mezzi termini, schifo e basta. E non meniamola con la storia che ha meno ingredienti: la lista è la stessa, solo che qui sa di plastica (se va bene). Urgono soluzioni.

Nella Fifth Avenue a New York: delusionissima Apple, sorpresona Schwartz

Una delle tante cose da raccontare del viaggio a New York è sicuramente l'esperienza al mega store della Apple. La segreteria telefonica del negozio esordisce così: "Se volete informazioni sull'orario di apertura, è molto semplice: non chiudiamo mai!". Chiaro che se hai un Mac in casa, scopri la Apple come migliore dei mondi possibili per un computer, il mega store sulla Fifth Avenue diventa più della Mecca per un musulmano.

Gran delusione, non tanto sul negozio (perfetto se siete dei fan sfegatati della mela), ma sui prodotti - che peraltro già conoscevo. Nulla di veramente diverso, migliore, esaltante, neanche l'I-Phone. Tanto sostengo che il Mac sia il top per un computer - nessun problema, semplicità d'uso estrema, compatibile con tutto, silenziosissimo, ipercontrollabile, supesicuro - quanto credo che per il resto sia un negozio di moda, con relativi prezzi. Trovo assurdo spendere cifre mostruose per gli Ipod.

Insomma, perse due ore a navigare su Internet al negozio Apple, e conclusa di fatto la serata, il giorno dopo attraverso la via della Columbus Parade e vado al negozio di giocattoli a fianco (FAO Schwarz). Bastano le foto: non aggiungo altro o ingabbierei l'inenarrabile.

Se andate a New York, passate PRIMA lì, e poi, se avanza qualche minuto, all'Apple store.

giovedì 2 ottobre 2008

Per una New York gluten-free mappata su google

Viaggiare senza glutine è indubbiamente dura. Tuttavia, Internet per un celiaco che ama viaggiare ha un valore incommensurabile.

Tra le tante altre cose, ecco cosa siamo riusciti a fare con google maps, utilizzando le informazioni reperite sul GFRAP e gli indirizzi dei Wholefoods market.

Naturalmente, abbiamo optato per la soluzione appartamento in affitto, costosa ma non più dei vari hotel (che ovviamente non includono i pasti); peraltro l'avremmo fatto anche senza celiachia. Se poi uno si muove con 5-6 mesi di anticipo strappa prezzi molto vantaggiosi sui vari siti di affitto case, senza contare Craiglist, una specie di Mercatino versione Nord America, con tutti i pro e contro del caso.

New York è - ora, per noi - un po' meno sconosciuta.