Leggo su Shinynews che il web cambia il turismo: il ruolo maggiore in questo processo è ricoperto dal web 2.0. Indovinate chi invece diminuisce nelle vendite online? Ovviamente, le agenzie di viaggio.
Mi pare di averlo già detto, e comunque ritengo riduttiva l'analisi di shiny-news, più che altro in termini di approccio al problema: continuando a confondere "viaggiatori" con "turisti", si possono tracciare tendenze numeriche, ma non è possibile fare previsioni né comprendere come possa avere successo un'impresa "turistica" online.
A mio parere, nel caso di piccole agenzie, sembra piuttosto chiaro che si debba ri-tornare ad essere agenzie di "viaggio". E quindi? E quindi, secondo me, sopravviveranno (online e fuori-line) le agenzie che venderanno *viaggi*, *esperienze*, non semplici "pacchetti", che peraltro su Internet si trovano a prezzi molto più abbordabili, e senza necessità di intermediari.
Possiamo discutere su quanto lunga possa essere l'agonia, su quanto ancora il Governo continui a mantenere l'impianto fascista del settore turistico, ma non c'è alcun dubbio sulla sorte ormai segnata delle agenzie di viaggio.
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