martedì 10 giugno 2008

Trieste, l'eleganza assoluta della mitteleuropa.

Esistono città che devono al treno la propria fortuna; altre invece sventrate, snaturate, sfigurate dalla ferrovia; altre ancora, sfiorate e nulla più. Ma certe dovrebbero riservare alla ferrovia gli onori di un testimonial d'eccezione, città il cui ingresso via treno è semplicemente maestoso. Spesso accade con le città di mare, ma non sempre: a Livorno entri dalla zona industriale, facendoti largo tra fumi e miasmi; ad Ancona - e a Mantova, anche se solo di lago - rimani sospeso tra l'obbrobrio della raffineria e lo splendore - poco oltre - della città che si specchia sull'acqua.
A Milano sembra di rivivere la belle-epoque, però reinterpretata dai nevrotici personaggi odierni, mentre a Torino passi dalla splendida Moncalieri al lugubre Lingotto.

Trieste, nulla di tutto ciò: là, già una ventina di chilometri prima, superato Monfalcone, inizia la passerella trionfale lungo il golfo, dall'alto. Per certi aspetti ricorda la Liguria, ma è più maestosa, aristocratica. In quei venti chilometri, esistesse un treno veramente di classe (altro che gli asfittici Eurostar), dovrebbe essere insonorizzato, andare a venti all'ora e sax in sottofondo. Il tutto verso il tramonto, a lume di candela.
L’Adriatico visto dal treno
Il golfo, il verde, Miramare e la vista del porto sono un inno all'Adriatico e alla sua storia, a qualcosa che va oltre l'Italia, alla sintesi di romano, veneziano e mitteleuropeo che rendono la città di un'eleganza tale da farla sembrare una Torino sul mare.
Scorcio del porto di Trieste
A Trieste, quando imbocchi il lungomare dalla stazione, passato l'austero e maestoso edificio della Banca d'Italia, dovresti toglierti le scarpe, ed in pantofole indugiare sul molo, sulle rive, in piazza Unità d'Italia; salvo poi infilarti gli scarponi per salire a San Giusto, dietro cui la città svela aspetti più metropolitani e abbandonati.
Piazza dell’Unità d’Italia vista dal molo
Ma un salotto su un lungomare così elegante, aristocratico eppur vivo (a differenza della splendida ma ormai morta Venezia); un salotto così, sul mare, non ce l'ha nessuno.

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