lunedì 21 gennaio 2008

L'itinerario ragionato del nostro viaggio di nozze, per auto-organizzatori: 4 - il Top End

Qui le puntate precedenti:
Prima parte, Sydney.
Seconda parte, le Great Ocean Road.
Terza parte, Kangaroo Island.

Arriviamo a Darwin da Kangaroo Island via Adelaide venerdì 19 ottobre verso le due di notte. Alcune ore dopo avremo il tour di quattro giorni nel Top-End: tra Kakadu, Katherine Gorge e Litchfield ci spareremo più di mille chilometri, inevitabile ricorrere ad un tour guidato (in senso proprio: voce del verbo "guidare"). Lo abbiamo prenotato presso un'agenzia viaggi di Sydney: ci hanno garantito che sono ben informati ed equipaggiati per i pasti senza glutine.

Alla decisione concorre il fattore caldo: non so bene come affrontare i rischi della calura per il cibo (che dovremo portarci sempre dietro, soprattutto pane e verdure, visto che mia moglie è celiaca), né su cosa far riferimento per il rischio disidratazione, cioè con che frequenza ci sono i distributori e i punti di ristoro, che strade conviene fare ecc.

A posteriori, mi convinco che un viaggio del genere è invece alla portata di chiunque abbia un minimo di sale in zucca: Rovigo d'estate è molto più disidratante di qualsiasi posto visitato in Australia ad ottobre. Il vero problema, risolvibile con un'auto dal bagagliaio capiente, è la scarsa frequenza - ma neanche troppo - di punti d'appoggio. E' sufficiente fare un'abbondante spesa di cibarie il meno raffinate possibile, munirsi di un contenitore tipo vasca di plastica, dove riporre il cibo accanto a blocchi di ghiaccio in busta che vengono venduti ovunque. Meglio lasciare l'auto all'ombra in modo da evitare il caldo eccessivo, considerato che trenta gradi li fa sempre, sia di giorno che di notte, quando la temperatura scende sì e no di cinque gradi.

Del senno di poi son pien le fosse, ma ahimé capitiamo proprio in mani sbagliate. La guida - tale John Grant, un tasmaniano schizofrenico e sfasato - è disastrosa. Conosce poco o nulla dei posti che visitiamo (neanche dove fosse la croce del sud, che peraltro ad ottobre - scopriremo poi - è solo parzialmente visibile) e la mette sempre sullo pseudo-filosofico. Ma soprattutto, la sensibilità mostrata verso l'intolleranza al glutine di mia moglie è stata di segno addirittura negativo, con battute continue di pessimo gusto e completa ignoranza e indisponenza nei nostri confronti. Il che, da uno che deve anche prepararti pranzo e cena, è ovviamente imperdonabile.

Superfluo dilungarsi sui posti, inevitabilmente bellissimi, che alleviano di molto il disagio: qualsiasi descrizione con foto potete trovarvela ovunque in rete. Il punto è un altro: come sempre, non appena ci siamo affidati a un'agenzia, abbiamo toppato.

E' inutile, gente: se parlate un minimo di inglese, lasciate perdere qualunque velleità del tipo "così risparmio tempo" o "pensano a tutto loro". Di agenzie di viaggi così ne esistono pochissime, che giustamente costano. Il tour con Safari Connection, ovviamente acquistato tramite agenzia, ed ovviamente operato dalla controllata del mega-tour operator APT (Asian Pacific Touring) ha fatto tecnicamente cacare.

Ovvio che non ci sia modo per ottenere alcun rimborso, neanche se l'ultima notte dormi con rane ovunque, bagni fatiscienti e camere che se venisse l'Asl di Napoli le farebbe chiudere all'istante. Neanche se una guida del genere l'ultima sera, dopo essergli stati dietro come ad un bambino (e per fortuna che in Australia c'è una legge seria sugli allergeni compreso il glutine, altro che la baraonda di casa nostra!), ti mette la salsa alla soia con amido di frumento sul risotto quasi di nascosto, e tu resisti all'impulso più che umano di metterci anche lui dentro quel risotto.

Questo per raccontarvi l'esperienza passata nel Top-End, nonostante la bellezza inopinabile dei posti. Ovviamente, le uniche note organizzative che si distinguono sono quelle preparate da noi: l'Hotel dell'aeroporto di Darwin è ampiamente tra i migliori mai visti, nessun rumore, pulitissimo, elegante, con una piscina che da sola basterebbe a giustificarne la permanenza. Tre minuti e sei a letto, recita il claim nei pullmini navetta. In realtà ce ne vogliono sette.

Dopo Darwin, mi sono definitivamente convinto che i viaggi è meglio organizzarseli da soli, affidandosi - spendendo, sì, ma meritano - ai piccoli tour operator locali, gestiti da gente del posto, che quei luoghi deve per forza amarli per portartici in viaggio.

Ad ogni modo, valanghe di bagni nelle piscine naturali, vegetazione lussureggiante e l'impressione di vedere in che stato sono ridotti gli aborigeni: spesso ubriachi, sguardo assente se non carico di odio (a ragione, visto tutto quel che è stato fatto loro dall'uomo bianco). Questo soprattutto è ciò che ci portiamo come souvenir dal Top End.

Ora, martedì 23 ottobre 2007, il viaggio continua nel deserto...

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